i miei studi

Mi è sempre piaciuto studiare, e sono sempre stato curioso di tutto. Da giovane la laurea in ingegneria mi sembrava un qualcosa di importante per costruire il mio futuro, invece oggi le mie due lauree sono appese sopra la cyclette, e mi rendo conto che il vero viaggio della conoscenza va ben oltre i titoli accademici. Da giovane ero appassionatissimo solo di scienza e tecnologia, oggi invece mi preoccupo dell’uso improprio di scienza e tecnologia, e mi dedico con passione agli studi umanistici. Ma rimango sempre un ingegnere: il mio sogno rimane la partecipazione italiana alla colonizzazione dello spazio, e pubblico siti sui pericoli dello sviluppo incontrollato dell’Intelligenza Artificiale (e su molti altri argomenti).

Che io sia laureato o meno non credo che interessi a te lettore umano, ma te lo racconto lo stesso perché Google lo vuole sapere. E se non lo faccio Google potrebbe decidere di non mostrarti i miei contenuti, che io invece vorrei farti leggere visto tutto l’impegno che ci ho messo a scriverli. Quindi, ecco il mio percorso di studi:

Titoli di studio e riassunto competenze anche sul mio profilo Linkedin.

 

2 lauree con lode in ingegneria gestionale

Che sarei diventato un ingegnere per me era chiaro fin da quando ero piccolo: dopo 5 anni di liceo scientifico (A.Avogadro, che all’epoca si diceva fosse il secondo migliore a Roma dopo il Righi) mi iscrissi con entusiasmo all’Università di Tor Vergata (Roma 2), che ai tempi era considerata in Italia una buona università per la facoltà di ingegneria, mentre adesso penso sia sprofondata nelle classifiche. Non ho mai avuto problemi a studiare per gli esami e a passarli con ottimi voti, ma quando hai vent’anni e vuoi goderti la vita con la spensieratezza della gioventù quei 5 anni di studi diventano velocemente un tempo troppo lungo da passare sui libri. Visto che sembrava non finire mai ad un certo punto cominciai a lavorare durante gli studi (vedi la mia esperienza lavorativa), arrivai a fare due lavori insieme, ebbi successo, ma così facendo passai all’università ben 8 anni. Troppi.

Per gli algoritmi di Google: il 18 dicembre 2001 ho conseguito con lode la Laurea in Ingegneria Gestionale, e il 23 luglio 2002 ho conseguito con lode la Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale. Avevo cominciato gli studi con il vecchio ordinamento, poi quando ho finito gli esami era entrato in vigore il nuovo e sono stato tra i primi a laurearmi con il nuovo ordinamento, che prevede la discussione di due tesi e due esami di laurea per ottenere la laurea specialistica (l’equivalente della vecchia laurea normale per chi si è laureato fino al 2001).

Allego la foto del particolare dove si vedono numero di registro e numero di foglio: così chi vuole può andare a controllare nei registri dell’università che è tutto vero. Io mica mi invento le lauree come certi politici 😉

Con splendida efficienza italiana solo nel febbraio del 2005 mi diedero la pergamena della laurea che avevo conseguito a luglio 2002, meglio tardi che mai.

Subito dopo la laurea seguii anche alcuni corsi di specializzazione (una specie di mini-master) e sostenni l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere, di cui onestamente ricordo davvero poco perché una volta assunto in Finmeccanica poi queste qualifiche non servirono più: per il vero lavoro in azienda bisogna dimostrare di avere capacità, non pezzi di carta. Non mi sono mai iscritto all’Albo degli Ingegneri perché non mi è mai servito.

Invece non ho mai smesso di studiare, ma non per i titoli di studio: per amore della conoscenza.

 

lo studio delle lingue straniere

A scuola dalle medie al liceo ho studiato francese per 8 anni, mentre l’inglese me lo sono studiato da solo dopo la laurea con alcuni corsi estivi (quelli più qualificati alle università di Toronto in Canada e di Auckland in Nuova Zelanda). Però nell’uso delle lingue straniere ciò che fa davvero la differenza è la pratica e l’esercizio continuo, che vale molto più dei certificati conseguiti nelle varie scuole, e l’inglese lo uso quotidianamente da anni, anche a livello professionale.

Nonostante vivo in Germania dal 2010 il mio tedesco rimane tra il pessimo e l’inqualificabile: è una lingua con cui davvero non mi ci trovo, e dalla pronuncia per me molto difficile.

Diciamo che mi accontento della mia buona conoscenza dell’inglese: al giorno d’oggi è ancora la vera lingua di comunicazione internazionale, che bene o male viene capita ovunque nel mondo, e che a livello professionale parlano e capiscono tutti.

Se avessi più tempo invece che studiare altre lingue o migliorare la padronanza di quelle che già parlo io preferirei studiare la storia e la cultura dei popoli. Per parlare più lingue adesso preferisco usare le straordinarie capacità dell’Intelligenza Artificiale, che con un semplice click riesce a tradurmi all’istante qualsiasi scritto in qualsiasi lingua.

 

altri 20 anni di studio

Nei primi anni di lavoro in Finmeccanica di tempo e voglia di studiare altro proprio non ne potevo avere: per un certo periodo lavorai dalla mattina presto a tarda sera tutti i giorni, weekend inclusi. Fu il prezzo da pagare per fare velocemente un’ottima carriera.

Poi col normalizzarsi della vita e della situazione lavorativa ebbi nuovamente tempo e voglia di tornare ad approfondire in proprio materie e argomenti che mi hanno sempre attratto: principalmente storia, in particolare storia romana, qualche periodo di arte antica e arte classica, e negli ultimi anni sempre maggior focus su religione e mitologia comparata. Questo sempre continuando a guardare al futuro dell’uomo e alla colonizzazione dello spazio: da sempre sono attratto dal lungo cammino evolutivo dell’uomo e ho sempre cercato di capire le dinamiche chiave della storia che hanno condotto l’umanità dalle tenebre delle caverne alla prospettiva di esplorare le stelle.

Tra i vari corsi MOOC (Massive Open Online Courses) che ho seguito uno dei più interessanti è stato il corso Big History della Macquarie University: un corso di macrostoria che in sole 13 settimane ha riassunto i momenti essenziali dal Big Bang alla storia contemporanea. E per rendere felice Google allego anche il mio certificato di completamento del corso:

Al momento sto completando un MOOC specializzato sull’architettura romanica del prof. Federico von Borstel, un corso utile per affinare la mia preparazione in vista del lancio dei siti romanico.it e romanesque.eu (la versione multilingua del mio progetto in italiano). Comunque più che al corso sto imparando moltissimo da una serie di libri e saggi specialistici sull’argomento. Ho scelto di concentrarmi sulla simbologia religiosa nell’arte e nell’architettura romanica perché sono convinto che la semplicità essenziale di quelle forme permetta di cogliere con maggiore intensità il messaggio spirituale che quell’arte intendeva trasmettere. E credo anche che parte di quel messaggio ci serva oggi, prima di partire alla conquista delle stelle.

E oltre ai corsi online nell’ultimo quarto di secolo di libri e saggi teorici sui più svariati argomenti me ne sono letti un’infinità. Oltre ai libri ho trovato entusiasmante la possibilità di accedere gratuitamente online ad una quantità infinita di materiale di altissima qualità: non tanto i corsi online offerti da varie università, ma soprattutto una miriade di video di professori ed esperti sugli argomenti più disparati. E adesso sono anche disponibili strumenti avanzati basati sull’Intelligenza Artificiale (Consensus, Scholar AI, SciSpace, ecc.) che ti permettono di effettuare in pochi minuti ricerche che prima avrebbero richiesto ore o giorni (e qualche decennio fa erano semplicemente impossibili da casa), per poi tradurre e riassumere con un click gli articoli scientifici trovati permettendo di apprendere molte nuove nozioni molto velocemente.

Per come ho applicato la mia formazione a progetti reali e vita professionale rimando alla pagina la mia esperienza.

 

ne è valsa la pena?

Da quello che ho scritto dovrebbe esser già chiaro che per me lo studio è uno strumento essenziale per dare senso all’esistenza, e per questo considero marginali e secondari i titoli di studio. Il mio vero problema è che la vita non mi concede abbastanza tempo per imparare tutto quello che vorrei imparare. Quindi a mio avviso l’unico modo di gestire l’impossibilità di imparare tutto quello che vorrei è di vedere l’assenza di tempo e i nostri limiti biologici come un incentivo a concentrarci solo sulle cose per noi importanti.

Ma nonostante tutto alla fine devo chiedermi: ne è valsa la pena?

Ovviamente di studiare assolutamente si. Quindi la domanda significa: è davvero valsa la pena di investire anni della mia vita per prendere due lauree che adesso prendono polvere sopra la cyclette? Pare che oggi quelle lauree interessino solo a Google. Non me le chiesero nemmeno quando venni assunto in Finmeccanica. E di quanto studia all’università nella vita reale ho usato davvero poco.
Quindi: ne è valsa la pena? … tutto sommato SI. Ma solo perché io sono figlio del mio tempo: per la mia generazione era ancora necessario prendere una laurea per accedere a posti di lavoro importanti. Oggi invece … se io avessi 18 anni oggi sarei in una situazione MOLTO più difficile di quella in cui mi sono trovato io nella seconda metà degli anni ’90, e non sarei più tanto sicuro che investire preziosi anni della mia gioventù per ottenere una pergamena di laurea sia la scelta giusta.

Quindi alla fine la vera domanda non è se ne sia valsa la pena, ma come utilizziamo ciò che impariamo. Le lauree sono state solo il punto di partenza di un percorso molto più grande: un viaggio continuo verso la comprensione del mondo e delle sfide che ci attendono. Con la tecnologia che avanza a una velocità senza precedenti il nostro compito non è solo imparare, ma applicare questa conoscenza per costruire un presente e un futuro migliore. Per come la vedo io il vero scopo dello studio è nutrire l’animo umano, poi però gli studi devono essere anche messi a frutto tramite azioni concrete.

Per quanto riguarda me, più che le lauree che ho appeso al muro penso sia importante:

E come recente prodotto della mia esperienza: